Press kit

Questa cartella, pensata appositamente per il mondo della carta stampata, contiene alcuni estratti dalla rassegna stampa, raccolti in un documento Word, oltre a una intervista rilasciata da Roberto alla rivista Jazz Magazine ed alcune foto in alta risoluzione utilizzabili a titolo gratuito dai giornalisti.

  • Se deciderete di utilizzare queste ultime, vi preghiamo di indicare sempre il nome dell’autore nei crediti.
  • Se doveste avere bisogno di materiali diversi potete comunque farne richiesta alla sezione “contatti“.

Grazie per la vostra collaborazione.

Segnalazioni / Reviews

…il suo contrabbasso disegna nuovi continenti… (Paolo Fresu)

….arte che succhia linfa dalle infinite contrapposizioni che la vita offre palesando sempre e comunque la santa etica del dubbio. roberto bartoli è contrabbassista ed improvvisatore che in questa occasione ci regala sette frammenti preziosi estratti per lo più da esibizioni dal vivo in compagnia di giovanni lanzarini ai computer e alla voce recitante di cristina valenti. ci eravamo dimenticati di come fosse facile (sembra facile) far convivere cosi semplicemente passione ed idee, capacità tecniche e coraggio con la c maiuscola; se vi dico che questo disco di diritto deve stare accanto alla liberation music orchestra di charlie haden o ad “attica blues” di archie shepp voi mi credete? qualcosa che si vorrebbe portar a letto nelle fredde serate invernali per poter sentire più caldo. le melodie del mediterraneo che si sporcano dei ritmi dell’africa e poi fluidi e suadenti cadenze che quasi al tango verrebbe di accostare e subito dopo visionarie e malinconicissime melodie che fanno ripensare al tema conduttore di quel killer di film che era “naked” e poi ancora quando tutto pare oramai chiaro liquide melodie che sono quelle di casa nostra, della casa che avevamo dimenticato; delle estati trascorse quando si era bambini in montagna o al mare con il tramonto che arrivava sempre troppo presto e le voci delle nonne a richiamarci sempre un attimo prima del buio. dentro queste note c’è il pane e il vino rosso, c’è la vita che non si arrende mai; dentro queste note c’è un piccolo pezzetto di storia che appartiene ad ognuno di noi. facciamo in modo che non venga persa per sempre…”

…this deeply personal and elegiac album saw bartoli team up with giovanni lanzarini, a specialist in the computer manipulation of sampled sound. the music revolves round a digital recording of a poem by jules élysard read by cristina valenti. the words are double tracked, sped-up and otherwise manipulated throughout before assuming their original form at the end of the piece. luciano berio is the obvious point of reference here (…). all but one of the pieces of the cd, which includes tunes by stefano ferrini and steve swallow alongside bartoli, were recorded at concerts in imola and bologna. the computer appears to have supplied the background accompaniment -repeated arco samples, plucking which assumes the role of tablas, textural drones and squeaks- to bartoli’s performance on bass. the overall effect is much like film music in that rather than pursuing the crative logic of his situation as improviser-meets-computer, bartoli goes for emotional affect and some of his devices are rather familiar. the cd is beautifully recorded, and bartoli has a gorgeous sound which he milks for all it’s worth, taking up charlie haden’s invitation to revel in the hymn-like resonance of plucked bass strings…

…è uscita recentemente “anche se solo un miraggio…”, ultima prova discografica del noto contrabbassista imolese roberto bartoli, realizzata per la piccola ma generosa etichetta indipendente stella*nera. il lavoro, che ci sembra di notevole livello, segna un punto importante nella produzione discografica di bartoli. infatti questa sua esperienza in solo arriva dopo trent’anni di carriera passati a suonare e sperimentare in diversi campi e sigla con passione la consapevolezza di una raggiunta maturità artistica e stilistica e di una totale padronanza del proprio strumento. il risultato è un cd appassionato e appassionante, complesso e originale, che penetra e coinvolge, venato da una sottile linea di malinconia. le sette composizioni che costituiscono il lavoro hanno tutte nel titolo una citazione che offre all’ascoltatore una chiave d’accesso al percorso in cui bartoli ci vuole portare con la propria musica. tra i brani ci preme sottolineare la splendida e ispirata rivisitazione del brano di fabrizio de andrè “se ti tagliassero a pezzetti” già inserito in un doppio cd tributo a de andrè con la partecipazione di moltissimi musicisti intitolato “mille papaveri rossi”. alla realizzazione di questo cd, quasi tutto registrato dal vivo in varie situazioni, hanno collaborato cristina valenti, che ha prestato la voce, e giovanni lanzarini, che ha supportato bartoli per quanto riguarda suoni e applicazioni tecnologiche…”

 

…per chi si é gravemente perduto, per chi si è gravemente ritrovato, per queste storie che ci appartengono come poche altre…

…caleidoscopico e importante…

“…..Paola Sabbatani e Roberto Bartoli …assieme qui ripercorrono con pochi tratti scabri di intensità assoluta una dozzina di canzoni dimenticate del socialismo libertario, sorprendentemente attuali in un mondo fatto di ferocia e bombe, oggi come ieri”

…per realizzare questa “suite per contrabbasso, carillon, computer e voce recitante” l’espertissimo bassista imolese si è avvalso della collaborazione di giovanni lanzarini nelle manipolazioni digitali della voce di cristina valenti, “prestata quasi per gioco” a recitare una poesia di jules élysard durante una “conviviale serata tra amici”. ne escono sette brani, ciascuno ispirato a un verso della poesia, nei quali a brillare sono soprattutto le elaborazioni, a volte veri virtuosismi…”

il mio sogno di ragazzo volava attorno a quattro grosse corde. sono rimasto stupito dalla meravigliosa allegria e dal sorriso di jaco pastorius, dalla capacità di indignarsi così poco “americana” di charlie haden, dalla vertigine intessuta dalle dita di ares tavolazzi. in due parole, sognavo di far volare alto il mio vecchio basso elettrico usato, senza davvero mai riuscirci, vuoi per il mio scarso coraggio o forse perché mi sono distratto, o perché all’improvviso la vita mi ha chiamato altrove, e avevo dell’altro da fare.

ho incontrato qualche tempo fa roberto bartoli, complice fabio santin e la rivista aparte, e mi si è spalancato un baratro sotto ai piedi quando ho ascoltato lo stesso rumore dei miei sogni di ragazzo che usciva da sotto quelle dita (diplomato in contrabbasso al conservatorio di pesaro, roberto ha avuto la fortuna di studiare con bruno tommaso, che io quand’ero appunto un ragazzino ho potuto solo ammirare in concerto col perigeo).

questo suo cd “anche se solo un miraggio, ci vuole coraggio” è una sfida: alla mercificazione, innanzitutto, perché è francamente invendibile secondo i canoni discografici moderni. verosimilmente nessuno vuole ascoltare un contrabbassista anarchico, che offre musiche che sanno mettere in moto la testa, far girare gli ingranaggi, far riflettere, pensare.

il cd è concettualmente un’opera per contrabbasso solo sporcata, colorata, avvelenata dagli interventi al computer di giovanni lanzarini. un unico canto/racconto in sette movimenti sul coraggio e sull’anarchia, sul desiderio e il sogno: una sfida alla superficialità, ai titoli appiccicati con lo scotch sopra alla musica, alle giustificazioni fornite ai giornalisti per trovare un senso all’immediatezza e alla passione. dentro c’è una rilettura da brivido di “se ti tagliassero a pezzetti” di fabrizio de andrè, un’interpretazione altrettanto emozionante di “hullo bolinas” di steve swallow; il resto è tutta musica nata libera, lasciata senza guinzaglio a correre al sole dell’improvvisazione.()

 …la purezza e la radicalità di questo lavoro vive di tempi lenti e malinconici, valzer e dolore distillati da un’accuratezza che esalta l’unicità melodica. Brillano più delle altre “Todo cambia” di Numhauser, il quasi funeral blues di “Bella ciao” (vi sembrerà di sentirla per la prima volta), il valzer sospeso di “Non potho reposare”, l’affresco de “Le quattro stagioni”, canto di carcere dalla rischiosissima deriva retorico-sentimentale. Roberto Bartoli ha curato gli arrangiamenti in modo che ogni storia abbia una propria sceneggiatura inedita e suona il contrabbasso centellinando le note attorno alle vicende umane, usando l’archetto con parsimonia per aprire la narrazione o sottolineare picchi emotivi. Paola Sabbatani stilizza il canto popolare con una interpretazione che possiede il nitore del fado, e con la fisarmonica dà respiro armonico a canzoni che hanno un’intrinseca potenza meta-ideologica…  (voto 8)